Minori stranieri, una legge necessaria finalmente approvata

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo commento argomentato sulla nuova legge sui minori stranieri non accompagnati, MSNA, che oggi è parte dell’ordinamento giuridico. Staremo a vedere come verrà applicata e se i decreti attuativi, le  risorse messe a disposizione, gli operatori impiegati, riusciranno quantomeno a ridurre un danno enorme che si va perpetrando nel paese. I minori  in arrivo sono in aumento costante, spesso spariscono, in balia di contesti difficilmente ricostruibili. In un rapporto di Oxfam presentato recentemente si diceva che di almeno 28 ragazzi e ragazze, si perdevano le tracce dai centri di accoglienza predisposti. Che lo Stato si doti di strumenti necessari per intervenire e prevenire, ci pare un dovere a cui non ci si può sottrarre.

Un piano nazionale per l’accoglienza, con una permanenza nelle strutture di primo ricovero non oltre i 30 giorni; un metodo uniforme e riconosciuto per l’accertamento dell’età con la possibilità di fare ricorso contro un eventuale esito negativo; un albo dei tutori volontari disponibili a prendersi in carico il destino del minore e uno sguardo oltre la maggiore età per non interrompere percorsi di formazione e di inserimento. Ma ancor prima di tutto questo, e altro, la nuova legge sui minori stranieri non accompagnati (Legge 1658-B) riconosce un principio fondamentale, sin dal primo comma dell’articolo 1: “I minori stranieri non accompagnati sono titolari di diritti in materia di protezione dei minori a parità di trattamento con i minori di cittadinanza italiana o dell’Unione europea”.

In più sono una delle categorie più fragili della moltitudine di profughi e hanno bisogno di tutele specifiche: per questo si insiste nero su bianco sul diritto all’affiancamento di un mediatore culturale sin dai primi colloqui e poi nelle fasi dell’accertamento dell’età e di ogni procedimento giurisdizionale e amministrativo.

«Una legge che ha l’ambizione di rispondere a bisogni umanitari e alle nostre coscienze, di rispettare e applicare i principi proclamati nei trattati internazionali, dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo alla convenzione Onu sull’infanzia, di dotare l’Italia di un sistema stabile ed efficace di protezione dei minori migranti, di aiutare i sindaci che devono gestire il problema dell’accoglienza, di sostenere il lavoro delle associazioni e delle organizzazioni internazionali, senza di cui affonderemmo anche noi in questo mare di disperazione e speranza, di essere all’altezza della generosità di tanti volontari», ha dichiarato in aula la prima firmataria, Sandra Zampa, del Partito Democratico.

Commossa, Barbara Pollastrini, deputata del Pd e relatrice della legge alla Camera, nel leggere la propria relazione. «Tutto dipende dagli occhi con i quali scegliamo di guardare il cambiamento che attraversa il mondo – è uno dei passaggi. Se con le lenti che vedono in questo esodo giovane pericoli e potenziali malfattori o se indossiamo semplicemente gli occhiali più giusti per vedere che si tratta di ragazze e ragazzi, a volte persino di bambine e bambini». Pollastrini ha più volte messo l’accento sul percorso di avvicinamento all’Europa fatto spesso di violenze a volte difficili persino da raccontare. Violenze che, come anche ADIF ha documentato più volte, proseguono spesso anche una volta arrivati in Italia dove l’attuale sistema lascia i giovani profughi in balia di se stessi e della criminalità, dello sfruttamento e degli abusi, in situazioni di accoglienza promiscue con gli adulti, senza regole né protezioni. Finora inoltre l’accoglienza dipendeva dal buon cuore e gravava sulle casse degli enti locali che se ne facevano carico, con grandi concentrazioni di numeri in strutture pensate per l’emergenza ma poi trasformate in veri e propri parcheggi di giovani vite. Ecco perché allora questa legge è importante: perché fissa in massimo un mese la permanenza nelle strutture di prima accoglienza dedicate esclusivamente ai minori e poi prevede il loro ricollocamento nell’ambito del sistema di protezione per i richiedenti asilo e minori non accompagnati (Sprar) su tutto il territorio nazionale. In questo quindi ci sarà una regia centrale e, con un occhio al bisogno di sicurezza, i sindaci, e i loro territori, non saranno più lasciati soli.

La legge è la prima in Europa e nasce “dal basso”, dalle richieste e dalle proposte di associazioni e agenzie umanitarie, di amministrazioni pubbliche e autorità giudiziarie e operatori del sociale. Un percorso lungo che ha visto l’accelerazione nell’ultimo anno proprio mentre raddoppiava il numero di minori stranieri non accompagnati che arrivavano in Italia, raggiungendo quasi quota 26mila solo via mare. Anche Unicef, come altre organizzazioni umanitarie, ha chiesto all’Europa di prendere ora esempio da quanto fatto dall’Italia introducendo normative analoghe.

Entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, recita l’articolo 11, ogni Tribunale per i minorenni dovrà istituire un elenco di tutori volontari “disponibili ad assumere la tutela di un minore straniero non accompagnato o di più minori quando la tutela riguarda fratelli o sorelle”.

L’articolo 13 disciplina invece il passaggio alla maggiore età, una fase finora temuta perché segnava l’entrata in clandestinità. Ora si introducono “misure di integrazione di lungo periodo” quando il neo maggiorenne necessiti di un “supporto prolungato volto al buon esito del percorso di inserimento sociale finalizzato all’autonomia: in questo caso il tribunale per i minorenni può disporre, l’affidamento ai servizi sociali fino al compimento del ventunesimo anno di età.

L’articolo 14 ribadisce e disciplina invece i diritti alla salute e all’istruzione: ad oggi una esigua percentuale dei minori frequenta la scuola.

Grande attenzione viene anche data al “diritto all’ascolto”: nell’articolo 15 si pongono le basi per l’assistenza affettiva e psicologica, aspetti finora troppo spesso ignorati. Se ne sono resi conto negli ultimi anni anche in Gran Bretagna, dove il numero di msna è elevato: “Fallimento dell’Europa nell’aiuto a una generazione di bambini traumatizzati” titolava lo scorso dicembre il The Guardian. Un grave errore che trasforma 8 milioni di rifugiati minorenni in una bomba a orologeria, scrive l’autorevole giornale britannico: con la nuova legge l’Italia affronta il problema quando ancora è governabile, dunque. E lo fa anche con la particolare attenzione dedicata, articolo 17, ai minori vittime di tratta.

Da ultimo, significativo è anche l’ampio sostegno ottenuto dalla legge, approvata con 375 voti favorevoli, 41 astenuti e 13 contrari. Nelle stesse ore, invece, il Senato approvava la fiducia al decreto Minniti-Orlando che prevede centri di detenzione per i migranti irregolari in ogni regione e l’abolizione del grado d’appello contro il diniego dell’asilo.