Altri due naufragi nelle acque antistanti il confine tra Libia e Tunisia. Che fine hanno fatto le navi della missione Triton di Frontex ? Quali diverse regole di ingaggio con la nuova missione EUNAVFOR MED ?
Dopo la grande strage del 18 aprile scorso, la più grande strage di sempre nel Mediterraneo, oltre 800 morti, quasi tutti ancora in fondo al mare, malgrado le promesse di un immediato recupero, tutte le organizzazioni che difendono i diritti dei migranti avevano richiesto una intensificazione delle attività di ricerca e soccorso nelle acque del Mediterraneo centrale. Si chiedeva all’Unione Europea di modificare il mandato della missione Triton di Frontex, oltre il limite originario di 30 miglia a sud delle coste di Lampedusa e Malta, un limite che, da gennaio ad aprile 2015, era costato un aumento vertiginoso di vitttime, rispetto ai corrispondenti mesi del 2014. Se ne era parlato anche al Parlamento Europeo.http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2015/04/19/news/triton_mare_nostrum_organizzazioni_umanitarie-112360667/?refresh_ce
Di certo l’operazione di Frontex non aveva avuto quell’effetto dissuasivo che si auspicava a Bruxelles ed a Varsavia. I dati parlano chiaro.
http://www.linkiesta.it/frontex-triton-mare-nostrum
Per alcune settimane, nei mesi di maggio e giugno scorsi, non c’erano stati morti in mare davanti alla costa libica e migliaia di migranti erano stati soccorsi da unità militari di diversi stati coinvolti con propri mezzi ( almeno sette navi ed elicotteri) nell’operazione di contrasto dell’immigrazione irregolare TRITON lanciata dall’ agenzia europea Frontex.
eu-frontex-2015-work-programme
http://www.statewatch.org/news/2015/feb/eu-frontex-budget%202015.htm
Sembrava quasi che ci fosse una nuova missione umanitaria in corso, qualcuno parlava addirittura di un operazione “Mare Nostrum” europea. Navi tedesche, inglesi, irlandesi hanno sbarcato migliaia di persone nei porti siciliani. Ma, come è noto, si trattava di navi offerte dagli stati che partecipavano all’operazione Triton “a rotazione”, con tempi che erano circoscritti a periodi di quattro-otto settimane. Si legge nei documenti ufficiali. Forse alla fine di giugno ci sarà stato qualche difetto di coordinamento, nei giorni di cambio della guardia, con l’avvicendamento delle navi militari di Triton.
All’inizio di luglio, mentre le condizioni del mare sono rimaste immutate, quasi bonaccia, due stragi davanti alla costa in corrispondenza al confine tra Libia e Tunisia, a distanza di pochi giorni, decine di vittime e dispersi, appare evidente che questa volta gli interventi di soccorso sono stati affidati esclusivamente ad unità della guardia costiera italiana.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/notizia_2121627201502a.shtml
TUNIS, July 10 (Reuters) – Tunisian authorities have recovered from the sea the bodies of 28 migrants believed to have died on a clandestine voyage trying to reach Italy, a civil protection source said on Friday.
The bodies were found off Ben Gardane, a coastal town near the Libyan border.
http://www.trust.org/item/20150710181156-kg9jn/
Dati di fatto, che si possono interpretare in tanti modi, ma che vanno considerati, come va considerato l’avvio negli stessi giorni dell’operazione EUNAVFOR MED, per adesso dicono, solo limitatamente allo scambio di informazioni tra le polizie e le unità militari europee per contrastare quello che le polizie ed i comitati ristretti a Bruxelles definiscono “traffico di migranti illegali”.
http://statewatch.org/news/2015/jun/eu-eeas-crisis-in-med-statement.pdf
Non sappiamo, e non sapremo mai, forse, se in questi giorni ci sono stati cambiamenti nelle regole di ingaggio, o nelle catene di comando. Non sappiamo se lo “scambio di informazioni” al centro, per ora, delle attività dell’operazione EUNAVFOR MED abbia rallentato la circolazione delle chiamate di soccorso ai vertici operativi che decidono gli interventi di salvataggio.
http://www.statewatch.org/news/2015/jun/sw-med-crisis-23-jun-15.pdf
Di certo vedremo nei prossimi giorni quante navi della missione Triton di Frontex sono rimaste effettivamente operative per missioni SAR ( ricerca e salvataggio) nelle acque a nord della Libia e della Tunisia e quali saranno i tempi d’intervento, mentre scatta lo “scambio di informazioni” oggetto della prima fase delle attività dell’operazione EUNAVFOR MED.
L’Italia intanto stanzia una bella manciata di milioncini di euro… per EUNAVFOR MED
http://www.stranieriinitalia.it/attualita-lotta_ai_trafficanti_l_italia_stanzia_26_milioni_di_euro_per_eunavfor_med_20513.html#.VZ6NikzPKUM.facebook
La Mogherini e Renzi attendono ancora il nulla osta del Consiglio di Sicurezza per le fasi due e tre della missione che prevedono interventi in acque territoriali libiche ed operazioni “mirate” sul terreno, sempre che le diverse autorità libiche diano il loro benestare. Perchè altrimenti si tratterebbe di atti di guerra. La sorte dei migranti intrappolati ed abusati in Libia e negli altri paesi di transito verso il Mediterraneo sembra non interessare a nessuno.
http://www.huffingtonpost.it/2015/05/11/immigrazione-bozza-ue_n_7258012.html
Per fermare le partenze dei migranti si arriva a trattare con regimi impresentabili. L’emergenza terrorismo costituisce l’ultimo alibi, quello che occorreva per trattare con i criminali di guerra che stanno ancora al governo degli stati dai quali fuggono i migranti. Il processo di Khartoum va avanti i modo implacabile e gli stati europei stringono accordi economici e militari con i dittatori ed i regimi militari dai quali fuggono i migranti.
http://www.esteri.it/mae/approfondimenti/2014/20141128_political_declaration.pdf
http://m.euronews.com/it/299312/
http://it.ibtimes.com/sudan-caso-bashir-uno-schiaffo-alla-corte-penale-internazionale-1406600#
http://www.bbc.com/news/world-africa-33135562
Si arriva persino allo scambio di informazioni, ed al controllo delle mail, al di fuori delle regole dello stato di diritto, naturalmente. Tra i tanti rapporti incoffessabili che vengono a galla, gli accordi tra gli stati coinvolti nel Processo di Khartoum.
Il problema principale per gli stati dell’Unione Europea rimane evidentemente aumentare la “deterrenza” rispetto alle partenze dalla Libia, come emerge chiaramente dal piano contro lo smuggling approvato alla fine di maggio dalla Commissione Europea.
L’Unione Europea ha già trovato il modo per “aiutare” l’Italia e rinforzare la lotta contro i trafficanti, inasprendo i controlli sui migranti. Appena dopo lo sbarco, tutta l’attenzione si rivolge alla fotosegnalazione ed al prelievo forzato delle impronte digitali. A Pozzallo, nel centro di prima accoglienza e soccorso l’Agenzia Frontex apre un ufficio distaccato, in attesa che sia pronta la nuova sede di Catania. Il problema centrale, a detta dei media locali, è “l’incolumità del territorio europeo” non quella dei migranti.
http://www.telenovaragusa.com/2015/05/29/immigrazione-ufficio-mobile-di-frontex-a-pozzallo/
http://www.lagazzettaragusana.it/pozzallo-lagenzia-frontex-al-centro-di-prima-accoglienza/
Intanto si cercano nuove basi legali per il prelievo forzato delle impronte digitali.
http://www.statewatch.org/news/2015/feb/forced-fingerprinting.htm
Ma a Pozzallo, a parte l’arrivo degli agenti di Frontex, sembra non cambiare molto.
Si dimentica ancora una volta che la maggior parte dei migranti che arrivano non sono “migranti economici” come qualcuno vorrebbe sostenere (Alfano) anche con il ricorso a formulari redatti allo sbarco che non sono affatto attendibili, ma potenziali richiedenti asilo, anche se non hanno nessuna intenzione di fermarsi in Italia, primo paese di ingresso nell’area Schengen. Nessuno però modifica l’iniquo Regolamento Dublino III, o chiede il mutuo riconoscimento delle decisioni che nei diversi stati europei riconoscono uno status di protezione. Di permessi di soggiorno per protezione temporanea per tutti coloro che arrivano dalla Libia non se ne deve neppure parlare. Anche se li prevedono l’art. 20 del T.U. 286/1998 in materia di immigrazione e la Direttiva dell’Unione Europea 2001/55/CE.