Stefano Galieni
Sul sito di ADIF, pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo della nostra Daniela Padoan in cui si ricostruiva quanto la Commissione Europea ha comunicato alla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) del Parlamento Europeo, in merito al funzionamento degli accordi fra UE e Turchia in materia di rifugiati. La Commissione ha enfatizzato i risultati raggiunti, l’europarlamentare Barbara Spinelli insieme ad altri, hanno invece denunciato gli aspetti criminali di tale accordo fatto sulla pelle delle persone. Ma la Commissione Europea ha evidentemente “dimenticato” di informare su alcune criticità. In un importante rapporto di Statewatch, emergono alcuni aspetti estremamente preoccupanti. Si consiglia, nel breve testo, di leggersi i numerosi link che confermano quanto affermato offrendo numerosi spunti di analisi. Di fatto, l’UNHCR incontra difficoltà estreme in merito a 3 questioni specifiche. I suoi funzionari non hanno la possibilità di accedere sempre in Turchia nei centri che vengono chiamati pre-removal centres e nel centro più importante di trattenimento, quello di Duizici. Finora l’alto commissariato ha potuto incontrare solo 45 degli 82 cittadini siriani che erano stati rimandati in Turchia dalla Grecia. In seconda istanza, dal momento della richiesta di ingresso in un centro a quello della visita passano almeno 5 giorni lavorativi e questo non consente un monitoraggio urgente delle persone rimandate indietro. Da ultimo – e forse questo è l’elemento più grave -le autorità turche non offrono alcuna informazione in merito alla situazione legale dei singoli rimandati indietro né fano sapere dove siano stati portati. Bisogna rintracciarli non sapendo neanche in quali condizioni di salute e di costrizione siano tenuti. Parliamo ancora di cifre piccole. Sorge spontanea la domanda rispetto a cosa potrebbe accadere se, come è implicito negli accordi UE Turchia, il numero delle persone rimandate indietro dovesse crescere in maniera esponenziale? Lo scorso anno durante una audizione a Bruxelles la Commissione aveva garantito che l’utilizzo dei fondi che sarebbero stati utilizzati per l’accordo ancora in preparazione, sarerbbe stato sottoposto a controlli sulla base della necessità di rispettare i diritti umani, che ci sarebbe stata la piena agibilità per le organizzazioni umanitarie. Addirittura ci si spingeva a dire che il governo turco non avrebbe avuto pieni poteri nella gestione dei rifugiati.
La Commissione Europea aveva rilasciato una dichiarazione in data 8° dicembre 2016, in cui si affermava che la Turchia avrebbe consentito all’Ue di monitorare costantemente la situazione dei siriani, ma anche di chi non viene dalla Siria e che è stato rimandato in Turchia, comprenendo l’accesso ai campi profughi e centri.
La Commissione Europea aveva anche affermato che l’UNHCR avrebbe avuto accesso ai removal centres al fine di monitorare le pratiche messe in atto dalla Turchia in relazione alle procedure di protezione internazionale. (fonte:
L’ UNHCR ha formalmente ha ammesso di non avere libero accesso e si è espressa ad oggi soltanto in relazione ai rifugiati siriani. Non sappiamo neanche se qualcuno è intervenuto e con quali risultati per chi arriva da altri paesi.
La Commissione Europea intende fare chiarezza o dichiarare che quelle dell’UNHCR sono menzogne?
Attendiamo risposte fiduciosi….fino ad un certo punto