Battiamo il discorso d’odio

La Redazione di ADIF

Questa volta è toccato ad una di noi.

Nei giorni scorsi, in seguito ad un commento nella pagina nazionale dell’ANPI, un membro della nostra associazione ADIF è stato preso di mira con messaggi violenti e intimidatori, generando un vortice d’odio, in un clima già pesante, avvelenato da false informazioni e da strumenti di propaganda che giocano sulla pelle delle persone. Non ci limiteremo però alle denunce. 

I messaggi contro la solidarietà e l’accoglienza lanciati da figure di governo si riflettono ormai quotidianamente negli attacchi verbali – sempre passibili di diventare fisici – nei confronti di chi opera nel campo dell’immigrazione, e persino di chi esprime una richiesta di civiltà umana e giuridica nei confronti dei cittadini stranieri, ricordando il dovere di accoglienza e di soccorso in mare.
Un clima diffuso di intolleranza e xenofobia, in cui lo “sdoganamento” istituzionale dell’odio e il ricorso a frasari del Ventennio ha dato un segnale di impunità ai singoli e alle associazioni che si rifanno a un pensiero razzista, misogino e violento.

Da questi attacchi si arriva poi al negazionismo del genocidio nazi-fascista, all’annientamento della dignità dei migranti, di quelli intrappolati nei paesi di transito, di coloro ai quali si nega il diritto al soccorso in mare, di quanti in Italia subiscono esclusione e discriminazione, infine alla scomparsa del diritto internazionale che protegge i diritti fondamentali delle persone.

Il nostro stesso linguaggio è ferito dalla violenza – lo vediamo nei titoli ormai inaccettabili di molti quotidiani nazionali, nei dibattiti televisivi e sui social. Si usano facili slogan ed insulti volgari per zittire chi ricorda che la nostra Repubblica è fondata sui valori della Costituzione, nata dalla Resistenza al fascismo ed al nazismo. Una resistenza che prosegue oggi, a livello diffuso, contro i tentativi di involuzione autoritaria abilmente camuffata dietro il populismo, la semina di rancore, la guerra tra poveri.

La povertà intanto cresce, come cresce l’insicurezza sociale che accomuna, in questo clima, stranieri e italiani che ancora credono nella pratica quotidiana della solidarietà. Per questo, di fronte all’ennesimo attacco personale sui social, risponderemo con fatti concreti.

Da oggi saremo tutte/i ancora più impegnati a scoprire e a denunciare chiunque dissemina falsità ed odio in rete, ed a schierarci con iniziative concrete accanto a tutti coloro che, come è successo ad una di noi, ricevano attacchi e minacce.

Non ci fanno paura, i vigliacchi che si nascondono dietro una tastiera o un profilo falso, per scaricare tutto il loro odio e la loro ignoranza su chi la pensa diversamente. Crediamo fermamente che simili comportamenti debbano essere segnalati e isolati da chiunque intenda dare un contributo per vivere in un paese in cui la parola democrazia abbia senso concreto.  Non ci fermeranno, non siamo soli, ad ogni attacco aumenta soltanto la nostra determinazione.