di Redazione
Proponiamo qui una rassegna di materiali di lavoro in vista del Seminario su “Guerre, Migrazioni e Diritti nel Mediterraneo” che si terrà con modalità on-line venerdì 20 novembre e che si potrà seguire sulla pagina faceboook della nostra associazione. Il seminario sarà occasione di incontro e di aggregazione tra studiosi di discipline diverse, giornalisti e avvocati, per ribadire il principio di realtà, contro tutte le menzogne che inquinano la comunicazione pubblica ed il senso comune, per restituire dignità e diritti ai migranti e per salvaguardare le garanzie dei diritti fondamentali da riconoscere a tutte le persone, a prescindere dal loro status giuridico e dalla loro provenienza nazionale.
SEZIONE 1 : La geopolitica della mobilità migratoria nel Mediterraneo
Alessandro Dal Lago, Blind killer. L’Europa e la strage dei migranti, 2018
Stefano Galieni, Senza diritto d’asilo non c’è più l’Unione, 2020
Antonio Mazzeo, Le nuove guerre contro i migranti, 2019
Paolo Cuttitta, Morti di confine, 2020
Human Rights Watch, The Pact on Migration and Asylum, 2020
SEZIONE 2: Comunicare le migrazioni
Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia costiera, Rapporto 2018
Flore Murard-Yovanovitch, Dall’Europa alla Libia, come si esternalizza un crimine, 2020
Ylenia Gostoli, Europe’s chain of migrant expulsion, from Italy to Bosnia, 2020
Nancy Porsia, Milizie e attori internazionali: cosa si muove sul terreno in Libia, 2020
Sara Creta, The Ship That Stopped 7,000 Migrants, and Smuggled 700,000 Cigarettes, 2020
SEZIONE 3: Diritti umani e processo penale
Alessandra Ballerini, La vita ti sia lieve, Storie di migranti e altri esclusi, 2013
Nino Sergi, Criminalizzazione delle ONG: chi ne risponderà?, 2020
OPEN, Naufragio dei bambini, a processo due ufficiali per la strage del 2013: sotto accusa i ritardi nei soccorsi, 2019
Andrea Natale, Caso Vos Thalassa: il fatto; la lingua e l’ideologia del giudice, 2020
Marcello Meola, Il caso Gregoretti, tra diritti fondamentali e politica, 2020
SEZIONE 4: Ambiente, salute ed economia nell’area del Mediterraneo
ONU, Rapporto OIM-WFP: aumenta la fame e Covid spingerà nuove migrazioni di massa, 2020
Elisabetta Di Giovanni, Contemporary diasporas. Mobilities between old and new boundaries, 2017
Giuseppe Carlo Marino, Contro l’inverno della memoria e della storia, 2019
Daniela Padoan, Niente di questo mondo ci risulta indifferente, 2020
Luigi Luca Cavalli Sforza, Daniela Padoan, Razzismo e noismo . Le declinazioni del noi e l’esclusione dell’altro, 2013
Alessandra . Algostino, Lo stato di emergenza sanitaria e la chiusura dei porti: sommersi e salvati, 2020
OIM, COVID-19: i diritti e la salute di migranti, rifugiati e apolidi devono essere protetti, 2020
SEZIONE 5: Integrazione o guerra al nemico interno ?
Guido Viale, Ecosistema e migrazioni. E’ in gioco il pianeta.,2018
Sergio Bontempelli, Fortezza Europa. Breve storia delle politiche migratorie continentali,2019
Sergio Bontempelli, L’accoglienza ai tempi del coronavirus. Intervista a Sergio Bontempelli, 2020
Campagna LasciateCIEntrare, Lampedusa della mala accoglienza, 2020
Stefano Galieni, Mai più. La vergogna italiana dei lager per immigrati, 2019
Antonello Mangano, Lo sfruttamento nel piatto, 2020 (presentazione)
Yasha Maccanico, Anti-migration cooperation between the EU, Italy and Libya: some truths, 2020
Introduzione di Alessandro Dal Lago,Università di Genova
L’Europa e la strage dei migranti
(Abstract)
Migranti nei tempi oscuri
La questione delle migrazioni nei punti critici del pianeta, e in particolare nell’area mediterranea, è solitamente discussa secondo due prospettive: una è quella dei dati di fatto relativi alle morti in mare, alle quarantene sulle navi, ai respingimenti, alle espulsioni, al lavoro sommerso nelle campagne e così via. La seconda riguarda le costruzioni paranoiche e xenofobe dei migranti come untori. La pandemia causata dal cosiddetto coronavirus ha portato alla luce, come se si trattasse di una tragica cartina di tornasole, il ruolo dei migranti che cercano di accedere all’Europa o vi sono arrivati nell’ultimo anno, come vittime doppiamente colpite. Mentre la paranoia diffusa (e non solo), facilmente accertabile su un gran numero di siti e blog (a partire da quelli dei politici di destra), li additava come veicoli del virus, la verità è che i migranti hanno maggiori possibilità di ammalarsi: per le condizioni di lavoro e di vita, per la mancanza di cure, e così via. Tutto questo è ben documentato nel recente Rapporto Idos 2020.
Tuttavia, l’analisi fattuale e culturale non basta. È necessario comprendere il ruolo dei poteri internazionali in questo precipitare della crisi per i migranti. I fenomeni geopolitici a cui possiamo riferire l’aggravarsi delle condizioni di vita e di sopravvivenza degli stranieri sono, tra gli altri: a)l’interventismo militare americano e occidentale dell’era Obama in Siria e Libia, che ha portato a una crisi endemica dell’intero bacino mediterraneo; b) la crisi concomitante delle cosiddette primavere arabe e l’evoluzione verso forme di controllo autoritario della società nei paesi della riva sud del Mediterraneo, con il seguito di neo-nazionalismo, xenofobia ecc.; c) le guerre, in particolare, in Siria e Libia, con l’espulsione di profughi e migranti verso la Grecia e i Balcani (Siria) e l’internamento di migranti subsahariani (Libia); d) l’emergere di aspiranti competitori geopolitici globali (Turchia), che provocano o aggravano i conflitti e usano i migranti come strumento di pressione sull’Europa per ottenere risorse e vantaggi economici; e) l’indifferenza europea per la sorte dei migranti dovuta alla frammentazione politica, ai nazionalismi emergenti a est e alla paura del possibile successo dei partiti sovranisti.
Nell’intervento saranno presentate rapidamente le interconnessioni tra questi fattori e il loro esito finale: nello stesso momento in cui la vita è proclamata in occidente, davanti alla pandemia, come bene supremo, quella dei migranti è di fatto trattata come una non-vita – esseri invisibili, sacrificati in mare in nome di una sicurezza paranoica o nei luoghi sommersi di lavoro in nome della protezione dei nativi europei. Un’umanità senza importanza a cui l’ideologia Ue non è capace di assegnare alcun futuro.