di Redazione

L’Associazione Diritti e Frontiere (ADIF) in collaborazione con l’ANPI (Associazione nazionale partigiani d’Italia) e il Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università di Palermo vi invita a partecipare al seguente seminario:
“GUERRE, MIGRAZIONI E DIRITTI NEL MEDITERRANEO”
Il seminario si svolgerà on line, venerdì 20 novembre 2020 per l’intera giornata, a partire dalle ore 9.Sono previsti interventi di dieci minuti per ciascun relatore e si costituiranno gruppi di lavoro tematici per successive iniziative di studio e di formazione.
Coordinerà i lavori Fulvio Vassallo Paleologo (Vicepresidente di ADIF). I lavori saranno registrati e diffusi attraverso il sito www.a-dif.org e la pagina Facebook dell’associazione ADIF. Per partecipare, dunque, basta collegarsi alla pagina Facebook di ADIF.
PROGRAMMA
Venerdì 20 novembre, ore 9:
SEZIONE: La geopolitica della mobilità migratoria nel Mediterraneo
Introduzione di Alessandro Dal Lago, Università di Genova
L’Europa e la strage dei migranti
Stefano Galieni, giornalista di Left, Roma
L’Unione Europea, oltre le politiche di esternalizzazione
Antonio Mazzeo, giornalista, Messina
Sorveglianza alle frontiere, droni e militarizzazione del Mediterraneo
Paolo Cuttitta, Università Sorbonne Paris Nord
L’esternalizzazione dell’intervento umanitario :ONG e migrazioni in Libia
SEZIONE : Comunicare le migrazioni
Flore Murard-Yovanovitch, giornalista, Roma
Crimini contro il popolo migrante ed intenzionalità degli Stati
Nancy Porsia, giornalista, Roma
Libia, dal business del traffico a quello della detenzione
Sergio Scandura, giornalista, inviato Radio Radicale
Il “buco nero” nel Mediterraneo centrale
Sara Creta, giornalista, Parigi
Legalità delle operazioni militari per il contrasto del traffico di esseri umani
Amalia Chiovaro, ADIF, Firenze
Nuove resistenze: l’importanza delle storie di vita
SEZIONE: Diritti umani e processo penale
Alessandra Ballerini, avvocato, Genova
Le parole delle stragi in mare e la ricerca delle responsabilità
Gaetano Pasqualino, avvocato, Palermo
Il contrasto dei soccorsi umanitari ed il processo penale
Venerdì 20 novembre, ore 15:
Intervento di saluto di Ottavio Terranova, vicepresidente nazionale ANPI-
SEZIONE: Ambiente, salute ed economia nell’area del Mediterraneo
Elisabetta Di Giovanni, Università di Palermo
Migrazioni nel Mediterraneo, democrazia e diritti umani
Giuseppe Carlo Marino, Università di Palermo
Il Mediterraneo: il paradosso della globalizzazione assediata
Daniela Padoan, scrittrice, ADIF, Milano
Ecologia integrale tra le due sponde del Mediterraneo
Antonella Leto, Forum siciliano per l’acqua ed i beni comuni
Acqua e migrazioni ai tempi del COVID 19
Giuseppina Cassarà, medico, Palermo
Pandemia e medicina delle migrazioni
SEZIONE: Integrazione o guerra al nemico interno?
Sergio Bontempelli, Africa insieme, Pisa
Migranti economici e richiedenti asilo, una distinzione che discrimina
Antonello Mangano, giornalista, Roma
Migranti attraverso il Mediterraneo e sfruttamento lavorativo
Yasmine Accardo, Campagna LasciateCientrare, Roma
La crisi del sistema di accoglienza/detenzione ed il diritto di accesso nei centri per stranieri
Guido Viale, sociologo, Associazione Laudato si’, Milano
Dopo l’accoglienza: quale futuro per i migranti?
Yasha Maccanico, Statewatch, Ricercatore, Londra
Guerra ai diritti umani, tra sovranità nazionale e Unione Europea
Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato, Vicepresidente di ADIF
Considerazioni conclusive, proposte di ricerca e di organizzazione
Nel 2015 si svolgeva a Palermo il Convegno “Pace e diritti nel Mediterraneo”, con la partecipazione di Nicola Cipolla e di un gruppo di studiosi e operatori impegnati sul fronte della difesa dei diritti umani e dell’ambiente. A distanza di cinque anni si sono aggravate le prospettive più negative che erano emerse allora con la chiusura dell’Operazione umanitaria Mare Nostrum, seguita alle stragi del 3 e dell’11 ottobre 2’13. Con il ritiro della maggior parte degli assetti navali impegnati solo per alcuni mesi a nord delle cote libiche e tunisine, provenienti anche dall’Unione Europea, con l’agenzia Frontex, dopo la strage del 18 aprile 2015, riprendeva a salire la conta dei morti, che prosegue ancora oggi.
Le misure di contrasto dell’immigrazione “illegale” non riducevano gli arrivi in Europa né il numero delle vittime ma aumentavano i profitti dei trafficanti. Negli anni successivi il sostegno europeo ai governi degli Stati di origine e transito, coinvolti nella esternalizzazione dei controlli di frontiera, aumentava i fattori di scontro all’interno dei paesi con i quali si concludevano accordi mirati soltanto al contenimento delle partenze, senza nessuna attenzione alla soluzione pacifica dei conflitti, al contesto economico, politico e militare dei paesi di origine e transito, alla questione ambientale sempre più connessa con la domanda di mobilità dai paesi di origine verso l’Europa. Nel frattempo si aggravava la crisi ambientale ed il mercato del lavoro, soprattutto nel settore agricolo, era sempre più un luogo di ghettizzazione e di emarginazione dei lavoratori stranieri ed italiani. Per molti di loro non restava che l’emigrazione verso altri paesi europei.
La mancanza di canali legali di ingresso in Europa ed il sostanziale abbattimento del diritto di asilo e dei sistemi di accoglienza producono adesso il duplice effetto di alimentare nei diversi settori lo sfruttamento lavorativo e rafforzare al contempo la deriva populista e xenofoba già presente in tutti i paesi europei. Le prospettive di governo delle migrazioni appaiono in larga parte condizionate dalla propaganda elettorale dei leader dei partiti populisti e da un uso spregiudicato della comunicazione e dei social.
In Italia ed in Europa i partiti di governo e di opposizione si sono alternati nel tempo mantenendo tutti, seppure con diverse modalità comunicative, una linea di chiusura nei confronti delle migrazioni, come è dimostrato nel nostro paese dal largo sostegno parlamentare agli accordi tra Italia e Libia, registrato ancora all’inizio di quest’anno, e dalle posizioni della Commissione europea sul cd. Patto sulle migrazioni, sulla Raccomandazione sui soccorsi in mare del 23 settembre scorso e sui rapporti dei singoli stati con i paesi terzi, in particolare con la Turchia.
La più recente emergenza sanitaria ed economica indotta su scala globale dalla pandemia Covid 19 ha aggravato tutti questi elementi di crisi, sia nei paesi europei di destinazione che nei paesi di origine e transito, con prospettive che oggi non sembra facile delineare, in un contesto geopolitico che vede il Mediterraneo al centro di uno scontro economico, politico e militare dagli esiti sempre più incerti. Come è confermato dalla situazione di divisione e di conflitto che si registra ancora in Libia.
Su questi temi densi di elementi critici, in un momento di svolta che impone un ripensamento complessivo della mobilità migratoria e dei rapporti tra i popoli del Mediterraneo, si confronteranno studiosi di diversa estrazione, giornalisti e difensori dei diritti umani, che proporranno le loro analisi e le diverse prospettive di lavoro e di comunicazione.