La Ong spagnola Proactiva Open Arms è stata protagonista, una settimana fa, suo malgrado, dell’ennesimo episodio che testimonia l’assurdità degli accordi presi con la Libia per “fermare” i migranti. Come ricostruito nel diario di bordo di Proactiva che di seguito pubblichiamo, e come illustrato nell’ottimo articolo di Nello Scavo uscito ieri su L’Avvenire, il centro di coordinamento di Roma (itMRCC) invitava la nave spagnola ad attivarsi per soccorrere prima un gommone e poi un barcone, salvo poi dare indicazione di limitarsi a seguire la situazione, che doveva essere risolta dalla Guardia costiera libica. Quest’ultima, che lo scorso agosto aveva già sequestrato la nave della Ong, ha intimato all’equipaggio di non avvicinarsi a più di sei miglia e, dopo aver raccolto i naugraghi, li ha ricondotti in LIbia, dove nessuno potrà garantire la loro incolumità. Un comportamento avvallato dal MRCC di Roma che mostra la reale consistenza delle dichiarazioni fatte in questi giorni nel cordo del vertice di Abidjan, in cui si è parlato di “protezione” dei migranti mediante la creazione di una task force dell’ONU, dell’UE e dell’Unione Africana.
La nave spagnola intanto ieri ha soccorso un ragazzo siriano di 24 anni a circa 25 miglia dalla costa libica, che viaggiava solo su un gommoncino di circa 3 metri, completamente perso nel mare, e oggi lo ha sbarcato a Lampedusa.
Comunicato di Proactiva Open Arms
Quello che segue è il resoconto tratto dal diario di bordo della nave “Open Arms” relativo alle operazioni attuate il 23 novembre 2017 in acque internazionali, sotto il coordinamento della centrale operativa ItMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Center – Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo).
Come ONG Proactiva Open Arms ci impegniamo a operare nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e a denunciare qualsiasi modalità di intervento che si ponga in contrasto con le convenzioni suddette. Chiediamo inoltre precise spiegazioni operative riguardo alla richiesta dell ‘ItMRCC di non attuare socorsi in mare dando la precedenza alla guardia costiera di Tripoli – a maggior reagione in aqua internazionali, e ben sapendo che le operazioni poste in atto da tale guardia vanno contra il principio di non-refoulemnt e la normativa relativa all’obligo di sbarco in un porto sicuro.
«Il giorno 23/11/2017, alle ore 06:35, la nave Open Arms viene chiamata dalla centrale operativa dell’ItMRCC di Roma per soccorrere un gommone in posizione 33º 31’N, 013º 43’E (numero evento 1885).
- Open Arms lancia i gommoni di salvataggio.
- La posizione viene poi aggiornata a 33º17’N, 013º47’E dalla stessa centrale operativa che, nel corso di un contatto telefonico, comunica alla Open Arms una seconda posizione relativa a un’imbarcazione da soccorrere in posizione 33º 17’N, 013º 27’E (numero evento 1886), dando istruzioni di dirigere alla posizione più vicina, nel caso specifico quella relativa all’evento 1886.
- Alle 07:25 Open Arms ha un contatto visivo con l’imbarcacazione relativa all’evento 1886.
- Alle 07:41 Open Arms chiama via telefono l’ItMRCC per un aggiornamento sulla situazione. La centrale operativa italiana comunica che la guardia costiera libica (la supposta guardia costiera di Tripoli) è incaricata del soccorso dell’evento 1885 e che la motovedetta Sabratah si sta dirigendo alla posizione. L’ItMRCC chiede a Open Arms se vi siano eco nel radar che mostrino l’avvicinarsi della motovedetta, ma non vi è alcuna eco radar presente.
- Tra le 08:00 e le 08:30 le persone dell’evento 1886 vengono tratte in salvo a bordo della nave Open Arms con due gommoni di salvataggio. Terminato il trasbordo, i due gommoni si dirigono all’evento 1885.
- Alle 08:40 Open Arms aggiorna l’ItMRCC sulla situazione, tuttavia l’ItMRCC hiede a Open Arms di non avvicinarsi al gommone relativo all’evento 1885 e di fermarsi non appena lo si abbia in contatto visivo.
- Alle 09:09 l’ItMRCC chiama Open Arms informando che il gommone relativo all’evento 1885 e stato intercettato dalla motovedetta libica e comunica una nuova posizione (33º20’N 013º38’E) relativa a un ulteriore gommone. L’ItMRCC specifica che anche in questo ultimo evento è stata coinvolta la guardia costiera di Tripoli e chiede nuovamente a Open Arms di non intervenire direttamente ma di fermarsi una volta stabilito un contatto visivo con il gommone, informandone la centrale operativa.
- Alle 08:45 Open Arms ha il gommone in contatto visivo e ne informa l’ItMRCC.
- Alle 08:55, mentre l’ItMRCC chiama Open Arms, questa ha in contatto visivo la motovedetta libica che si avvicina alla posizione del gommone. L’ItMRCC chiede a Open Arms di rimanere sul posto e non effettuare alcun soccorso. Posizione 33º 21’N, 013º 34’E.
- La guardia costiera libica contatta Open Arms via VHF canale 16, chiedendo di tenersi fuori dalle 6 miglia nautiche. Il messaggio viene ripetuto altre due volte. Open Arms offre appoggio operativo e medico ma la guardia costiera libica non lo accetta.
- Open Arms vede a distanza la guardia costiera libica caricare a bordo tutte le persone del gommone e allontanarsi. A quel punto la guardia costiera libica comunica a Open Arms che si sta dirigendo in porto.
- Alle 09:00 Open Arms informa l’ItMRCC e la centrale operative chiede a Open Arms di riprendere il pattugliamento. Open Arms chiede spiegazioni a riguardo, considerando tale procedimento contrario al principio di non-refoulement e una violazione delle norme internazionali sul salvataggio in mare. L’ItMRCC comunica che al momento non possono dare spiegazione alcuna».