Il 25 gennaio prossimo, fra pochi giorni, sarà passato un anno esatto dalla sparizione di Giulio Regeni che veniva ritrovato poi morto in seguito a torture, una settimana dopo. Dopo un anno, dopo il ritiro dell’ambasciatore, nonostante l’impegno dei suoi genitori in primis, del suo legale e di tanti e tante cittadini comuni, non solo amici o attivisti, si è ancora lontanti dalla verità. L’Egitto resta governato da un regime retto in maniera autoritaria e militare da Al Sisi, le opposizioni, la libertà d’espressione, la vita politica minimamente democratica è impedita in quell’immenso paese. Eppure lo Stato italiano continua a rimpatriare in quel paese e in quel contesto, cittadini egiziani che hanno cercato rifugio in Europa. Per l’intera Unione Europea l’Egitto è un paese sicuro, nonostante le sparizioni continue di giornalisti, avvocati, sindacalisti e oppositori di ogni tipo. Per ADIF essere alle manifestazioni organizzate da Amnesty International per chiedere ancora oggi e per sempre “verità e giustizia per Giulio”, è una scelta totale.
A Roma la giornata di mobilitazione inizierà alle 12,30 presso la Città Universitaria de La Sapienza, in Piazzale Aldo Moro a Roma. La manifestazione è all’aperto, ma è prevista la possibilità di spostarsi al chiuso in caso di maltempo. A tutti i partecipanti sarà dato un cartello con un numero, da 1 a 365, per ricordare i giorni che sono passati dalla scomparsa di Giulio. Si può partecipare a questa giornata di sensibilizzazione: scrivi ora all’indirizzo email action@amnesty.it, riceverai un’email di conferma con tutte le indicazioni utili. La mobilitazione sarà seguita live da Repubblica.it.
Diamo però anche spazio a quello che sarà il calendario delle mobilitazioni in questo link di Amnesty, un calendario in continuo aggiornamento e che si va ampliando anche fuori dai confini italiani, perché Giulio Regeni era cittadino del mondo nel vero senso del termine.
In questo anno abbiamo avuto modo di ascoltare, in tv, di leggere sui giornali ogni volta che i suoi genitori, Paola e Claudio, hanno voluto e potuto prendere la parola. Abbiamo imparato e impariamo ogni giorno dalla loro dignità, dalla loro capacità di esporre pubblicamente un dolore infinito. Crediamo che anche attraverso simili comportamenti si possa combattere la quotidanità con cui, non solo in Egitto, si sparisce o si perde la vita per mano dei governanti o delle istituzioni. Invitiamo quindi coloro che ci seguono a partecipare alle tante mobilitazioni che si terranno il 25 gennaio, il nostro piccolo ma ci auguriamo utile modo per non permettere l’oblio e per affermare, ancora una volta, da che parte stiamo.