Stefano Galieni
L’istituzione, sotto il precedente governo, della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate, resasi necessaria dopo l’esplosione di Mafia Capitale, aveva fatto sperare in una politica che aveva deciso quantomeno di acquisire consapevolezza dei propri limiti e della scarsa conoscenza in materia. Di tempo ne è passato, il primo presidente, Gennaro Migliore (nominato e confermato Sottosegretario al ministero di Grazia e Giustizia) è stato sostituito da Federico Gelli e la durata stessa dei lavori della Commissione è stata prorogata fino alla conclusione della legislatura. Ispezioni, visite, audizioni di numerosi soggetti interessati direttamente o indirettamente, non hanno portato ad oggi alcun risultato. Quello che riportiamo sono per lo più i resoconti stenografici, a volte in bozze non corrette, di ogni audizione di soggetti esterni. I link in azzurro permettono di leggere quanto reso noto e non secretato. Pochi mesi fa è stata presentata una relazione di minoranza estremamente accurata firmata da Erasmo Palazzotto (Sinistra Italiana) ma poi è calato un imbarazzante silenzio. Non si ha notizie, della relazione di maggioranza né delle decisioni prese (la Commissione ha ampi poteri in materia). Ed è grave perché su alcune situazioni estremamente ingiustificabili come quella del CARA di Mineo, servono urgentemente provvedimenti tali da impedire ulteriori tragici eventi.
Intanto imponendo al paese una condizione di molteplice allarmismo: aumento degli sbarchi di richiedenti asilo (181.000 circa nel 2016, + 20%), situazione di collasso del sistema di accoglienza, fallimento dell’Agenda europea sull’immigrazione, dei piani di relocation, dell’approccio hot spot, degli accordi con i paesi terzi e da ultimo, l’enfatizzazione psicotica del terrorismo, la difficoltà ad attuare rimpatri di massa e il bisogno elettoralistico del pugno di ferro, stanno portando a scelte non solo sbagliate ma poco ponderate. Apertura di nuovi CIE ( i CIE dal volto umano a cui è difficile credere), operazioni di controllo capillare nel territorio a caccia di irregolari (Circolare Gabrielli del 30 dicembre scorso, scelte che forse serviranno a strappare qualche voto a M5S e a Lega, nelle imminenti elezioni ma che non andranno ad incidere minimamente su quelle che sono le condizioni nel Paese.
E allora, visto che la Commissione ha ascoltato numerose autorità ed esperti in materia che hanno fornito utile materiale per agire al di là delle reazioni emotive ma che questo materiale è rimasto confinato nell’aula parlamentare e nei documenti degli addetti ai lavori, noi abbiamo scelto di fornire una ricostruzione cronologica di tali intereventi per fornire a chi ci legge utili strumenti di analisi e di critica. Alcune delle personalità sono state ascoltate più volte, in relazione anche a fatti e circostanze diverse. Insieme, pur consapevoli che si tratta di documentazione realizzata in altro contesto, abbiamo ritenuto opportuno offire alla lettura il testo integrale dell’ultimo Rapporto della Commissione dei Diritti Umani del Senato. Un viaggio pressoché completo di quanto almeno pubblicamente le istituzioni hanno finora prodotto e messo a disposizione ma scarsamente utilizzato. Buona lettura.
La prima audizione che segnaliamo, risale al 7 maggio 2015 e ne abbiamo già scritto in passato. A parlare è il prefetto Mario Morcone, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno.
Una settimana dopo, il 14 maggio, è stata la volta del del prefetto Angelo Trovato, presidente della Commissione nazionale per il diritto di asilo.
Si osserva in questo periodo una ottima regolarità nelle audizioni. Il 21 maggio viene ascoltata la dottoressa Daniela Di Capua, direttrice del Servizio centrale dello SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati)
Pochi giorni dopo, il 25 maggio ci sono state a seguire due audizioni, i rappresentanti dell’Associazione Medici per i diritti umani (MEDU), dottor Alberto Barbieri, coordinatore generale e della dottoressa Laura Deotti, coordinatrice del progetto ON.TO.
E due audizioni in una intera giornata sono state effettuate mercoledì 17 giugno, in quella antimeridiana per sentire il Procuratore della Repubblica di Roma, dottor Giuseppe Pignatone, che ha dato via all’inchiesta “Mafia Capitale” e in quella pomeridiana il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia
Il giorno successivo, 18 giugno, al mattino ha avuto ascolto il Presidente della Regione Valle d’Aosta, Augusto Rollandin, mentre nel pomeriggio ha parlato l’allora Prefetto di Roma e ora Capo della Polizia, Franco Gabrielli.
Il 24 giugno – la Commissione sembra voler accelerare i lavori – è la volta di un personaggio chiave, quella del Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali, onorevole Giuseppe Castiglione all’apertura del CARA di Mineo, Presidente della Provincia di Catania in cui il CARA è ubicato. Il Centro in questione è uno di quelli che, per la mole di denaro che ha spostato e per le tante inefficenze che vi sono state riscontrate nella gestione, è divenuto il simbolo della mala accoglienza. Per curiose coincidenze, nei primi periodi della sua apertura non solo l’ancora sottosegretario Castigllione, rinviato a giudizio per turbativa d’asta e per aver garantito di fatto posti di lavoro nel centro era anche presidente dell’Unione dei Presidenti delle Province Italiane ma a gestire a livello nazionale quella che (parliamo del periodo 2011 – 2012 venne chiamata Emergenza Nord Africa, c’era la Protezione Civile, presieduta allora dal prefetto Franco Gabrielli.
Il 30 giugno l’attenzione resta sul “Caso Mineo“, vengono sentiti nell’ordine i rappresentanti della Croce Rossa Italiana: Stefano Principato, Presidente del Comitato provinciale di Catania, Leonardo Torrisi, membro del Comitato provinciale di Catania, Antonella Fabiano, Direttore sanitario della Regione Sicilia
Una pausa fino al 21 luglio e poi viene riascoltato per aggiornamenti il prefetto Mario Morcone, che nel corso delle successive audizioni, verrà ancora interpellato.
Il 23 luglio – il caos accoglienza si sta imponendo a Roma a suon di sgomberi e di carenza di risposte, è la volta di Ignazio Marino, allora sindaco della capitale e dell’assessore alle politiche sociali della sua giunta Francesca Danese. Entrambi verranno riascoltati pochi giorni dopo, martedì 4 agosto e ovviamente in merito alle vicende che interessano la capitale
Ma nel mezzo, prima della pausa estiva, il 29 luglio c’è stata l’audizione dell’allora Ministro dell’interno e oggi titolare del dicastero degli Affari Esteri, On. Angelino Alfano, a cui sono state poste ovviamente numerose domande in merito a Mineo, non solo in quanto autorità competente. La risposta del ministro a chi chiedeva la chiusura del Centro, (oltre un anno e mezzo fa) si riassume in una frase: «il punto essenziale è che, così com’è, con la struttura CARA, non può continuare ad andare avanti. Ne va cambiata la fisionomia». Nulla è accaduto da allora in tal senso.
Alla riapertura dei lavori della Camera sono numerose le audizioni nel mese di settembre: la direttrice del servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, Daniela Stradiotto, viene ascoltata il 10 di tale mese, il 17 segue il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino
Martedì 22 settembre, oltre ad una discussione sulla “pubblicità dei lavori” c’è l’audizione della della Viceprefetto Maria Caprara, responsabile della struttura di missione per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, che verrà riaudita il 1 ottobre, mentre il 30 settembre intervengono il Delegato dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per il Sud Europa, Laurens Jolles e il Capo dell’Unità di Protezione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Riccardo Clerici.
Il 6 ottobre 2015 si ascolta il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone, Giuseppe Verzera, con cui inevitabilmente si parla delle inchieste giudiziarie condotte dalla sua procura, sul CARA di Mineo, mentre il martedì successivo (13 ottobre), è la volta del tutt’ora Sottosegretario di Stato del Ministero dell’interno, Domenico Manzione. La lunga audizione è certamente da considerare come elemento tangibile del fallimento e delle criticità emerse con l’approccio hotspot. Il sottosegretario afferma più volte che si è usciti da una logica di emergenzialità ma non sembra poterlo dimostrare nei fatti.
Il giovedì 22 ottobre 2015, si torna a Roma con l’audizione del Presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, e di Rita Visini, Assessore della stessa regione, alle Politiche sociali e allo Sport. A seguire alcuni interventi molto importanti per avere un quadro di carattere generale: si comincia il 29 ottobre con il Prefetto Giovanni Pinto, direttore della Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, il 10 novembre e del del capo missione Italia di Medici Senza Frontiere, Stefano Di Carlo con Claudia Lodesani, medico coordinatrice di Medici Senza Frontiere Italia. Anche di questo incontro demmo puntuale notizia. Soprattutto perché incentrato sull’hotspot di Pozzallo, (Rg), in cui l’organizzazione umanitaria operava. Dopo questa audizione in cui Msf illustrò raccontò le gravi carenze del centro, nulla cambiò costringendo per coerenza l’organizzazione ad abbandonare, mesi dopo, coerentemente tale impegno.
Le audizioni che sono seguite, quella del 24 novembre con Daniela Di Capua, direttrice del Servizio centrale dello SPRAR, e quella con il Prefetto Mario Morcone, il 3 dicembre, servono ad avere un bilancio ad alcuni mesi dalla prima audizione e a porre ulteriori quesiti.
Il 9 dicembre sono stati ascoltati due testimoni diversi ma entrambi molto importanti, presidente dell’agenzia Habeshia, Don Mussie Zerai e Vittorio Longhi, giornalista collaboratore New York Times.
Il 17 dicembre è la volta di due prefetti, Rosetta Scotto Lavina e Francesca Cannizzo,
entrambe legate e informate rispetto alle vicende che hanno riguardato il CARA di Mineo. Con l’ultima seduta del 2015 viene nuovamente riascoltato, sempre per il “caso Mineo” il Sottosegretario di Stato alle politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione
Il 2016 si apre con due incontri di estrema importanza per avere una visione di insieme della situazione accoglienza: vengono ascoltati prima, il 13 gennaio, Miguel Ângelo Nunes Nicolau, Coordinating Officer di Frontex e poi, il 20 gennaio, il Prefetto Alessandro Pansa, Capo della Polizia, Direttore generale della Pubblica Sicurezza, poi sostituito da Franco Gabrielli.
Il 26 gennaio è posta al centro dell’attenzione la Sicilia. Vengono ascoltati prefetti e questori delle province in cui esistono hotspot: Per Agrigento, il Prefetto Nicola Diomede, e il Questore, Mario Finocchiaro, per Ragusa il Prefetto Maria Carmela Librizzi, e il Questore Giuseppe Gammino, per Trapani, il Prefetto Leopoldo Falco, e il Questore Maurizio Agricola
Dopo una lunga pausa, connessa alla sostituzione del Presidente della Commissione, si riapre ad aprile, il 21, per l’esattezza, tornando in Sicilia, precisamente a Trapani. Vengono infatti ascoltati Marcello Viola, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, nonché Andrea Tarondo e Sara Morri, sostituti procuratori della Repubblica presso il tribunale della stessa città.
Il 27 aprile l’attenzione si sposta su Milano, dove l’accoglienza è tanto fonte di criticità quanto di pratiche interessanti. Ad essere auditi sono il Presidente della Fondazione Casa della Carità di Milano, Don Virginio Colmegna, la responsabile dell’area cultura, Silvia Landra e il responsabile dell’ospitalità, Giuseppe Monetti. Tale incontro si è svolto nella seduta pomeridiana, al mattino invece era stata presentata una proposta di relazione in merito all’attività svolta dalla Commissione fino al 31 gennaio 2016 (sostituzione del presidente).
Il 4 maggio si è avuta conoscenza di un quadro relativo ai costi e alle risorse messe a disposizione per l’accoglienza con il Viceministro dell’economia e delle finanze, Enrico Morando
Il Vice ministro è stato riascoltato nella seduta del 25 maggio.
Nella seduta mattutina del 10 maggio avevano fornito le loro testimonianze la Dirigente della divisione IV della Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Stefania Congia, e Alessandro Lombardi, dirigente della divisione I della Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione. Il pomeriggio c’era stato un ulteriore incontro con il Prefetto Mario Morcone.
Il 7 giugno ci si occupa delle condizioni sanitarie nei centri sentendo quanto ha da dire il governo nella persona del Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ancora in carica. Il Ministro verrà riascoltato una settimana dopo, in audizione congiunta con congiunta con il sindaco di Castel Volturno (CE), Dimitri Russo, e i responsabili del presidio ospedaliero Pineta Grande di Castel Volturno (CE), Vincenzo Schiavone, direttore generale, e Fulvio Calise, direttore scientifico. Nel frattempo, l’8 giugno era stato riascoltato Prefetto Angelo Trovato, Presidente della Commissione nazionale per il diritto di asilo.
Si continua a sentire il parere di esponenti del governo e il 21 giugno è la volta del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Questioni inerenti direttamente gli aspetti giuridici, in particolar modo il ruolo dei giudici di pace, rientrano anche nella seduta successiva, il 28 giugno, con l’audizione della Presidente e del Vicepresidente della Confederazione Giudici di Pace, rispettivamente Stefania Trincanato e Massimo Libri e del Presidente dell’Associazione Nazionale Giudici di Pace, Gabriele Di Girolamo.
Giugno si chiude con la seduta del 30 del mese con l’audizione estremamente interessante, sempre ai fini di una valutazione direttamente di ordine giuridico ma non solo, del Presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo, Guido Raimondi
E luglio si apre con le questioni relative all’applicazione del Regolamento Dublino III per i richiedenti asilo. Viene interpellato il 5 del mese il Capo dell’Unità Dublino presso la Direzione Centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo del Ministero dell’Interno, Simona Spinelli
Il giorno dopo è la volta di due componenti della giunta esecutiva centrale dell’ANM, (Associazione Nazionale Magistrati) Concetta Potito e Giovanni Tedesco.
Il 14 luglio si torna a parlare di accoglienza e salute con i rappresentanti dell’Istituto Nazionale salute, Migrazioni e Povertà, Concetta Mirisola, direttore generale, Antonio Fortino, direttore sanitario, Gianfranco Costanzo, direttore della Unità Operativa Complessa rapporti internazionali, con le Regioni e gestione del ciclo di progetto.
Il 19 luglio, prima della pausa estiva, c’è un’ulteriore audizione con il Prefetto Mario Morcone.
Si ricomincia il 15 settembre e stavolta viene ascoltato il Direttore del servizio polizia scientifica della Polizia di Stato, Luigi Carnevale
Martedì 20 si entra nel “caso CARA di Borgo Mezzanone (Fg)” sentendo il giornalista de L’Espresso, Fabrizio Gatti, il Direttore del C.A.R.A. di Foggia, Umberto Carofiglio, e Michele De Giulio, della cooperativa Senis Hospes. Fabrizio Gatti era, poco tempo prima, entrato nel Centro e aveva denunciato pubblicamente le condizioni di vita nel CARA. L’inchiesta su Borgo Mezzanone molto scalpore tanto che la Commissione ha ritenuto opportuno incontrare il giorno dopo: il Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, Leonardo Leone de Castris, il questore di Foggia, Piernicola Antonio Silvis, e il prefetto del capoluogo pugliese, Maria Tirone.
Il 29 settembre l’attenzione si sposta a Venezia, sentendo il locale Prefetto Domenico Cuttaia. L’audizione verte in particolar modo sui problemi relativi al Centro di Prima Accoglienza di Cona, tristemente finito sulle prime pagine dei giornali in questi giorni. C’erano già stati forti segnali di tensione ma il prefetto ebbe a dire, nel corso dell’audizione che riportiamo, «Desidererei preliminarmente anche dissolvere ogni dubbio circa la situazione dell’accoglienza nella ex base militare di Conetta, frazione di Cona, precisando che certamente non è una soluzione ottimale, ma che le condizioni di vivibilità sono assicurate. Quindi, non si può parlare di migranti che siano stipati».
Il 20 ottobre è stato ascoltato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. Danilo Errico. Due i temi fondamentalmente trattati in questa audizione: le questioni connesse alla “sicurezza”, (criminalità, ingressi illegali, terrorismo) e quelle inerenti la necessità di utilizzo delle caserme per accogliere richiedenti asilo.
Il 26 ottobre è stato dedicato a due lunghe audizioni, una antimeridiana e l’altra pomeridiana, con il delegato ANCI per l’immigrazione e le politiche per l’integrazione, Matteo Biffoni (sindaco di Prato).
Il 9 novembre scorso si è svolta la penultima audizione, in cui hanno avuto modo di fornire materiale di estremo interesse i dirigenti dell’ISTAT. Erano presenti: il Presidente, professor Giorgio Alleva, Vittoria Buratta, direttrice delle Direzione centrale per le statistiche sociali e il censimento della popolazione, Patrizia Cacioli, direttrice della Direzione centrale per la diffusione e la comunicazione dell’informazione statistica, Sabrina Prati, responsabile del Servizio registro della popolazione, statistiche demografiche e condizioni di vita, e Cinzia Conti, ricercatrice presso il Servizio registro della popolazione, statistiche demografiche e condizioni di vita.
Mercoledì 14 dicembre ha avuto modo di parlare infine, Matteo del Bellis, ricercatore del Segretariato Internazionale di Amnesty International, curatore del “rapporto sugli hotspot che tanto ha fatto indignare alcuni rappresentanti del governo. Il testo dell’audizione non è ancora stato reso disponibile neanche come bozza di resoconto stenografico.
La Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato, (questa è la dicitura completa), presieduta dall’On. Luigi Manconi ha, durante il 2016, pubblicato poi due utilissimi rapporti. Del primo, relativo ai CIE e uscito nel febbraio 2016, abbiamo già avuto modo di scrivere ma riteniamo utile riportarlo. Il secondo è un aggiornamento sulla stessa tematica ma con i dati del 30 dicembre 2016 e pubblicato in questi primi giorni del 2017. Il testo risente certamente del dibattito politico che si è scatenato dopo i fatti di Berlino e delle conseguenti dichiarazioni/circolari governative per portare alla riapertura e la rafforzamento del “sistema CIE”. Un testo da leggere con estrema attenzione perché, fra mille difficoltà potrebbe rivelarsi utile indicatore delle linee guida del governo e del parlamento nei prossimi mesi.