ADIF 2015-2016, bilanci e proposte per l’anno in arrivo. E una richiesta/proposta, di sostegno

Care lettrici e lettori

È ormai trascorso oltre un anno da quando abbiamo inaugurato il sito, primo prodotto di questa piccola associazione. Abbiamo iniziato ad ottobre 2015 ora siamo pronti per iniziare un 2017 che si preannuncia molto complesso. Un bilancio è utile farlo.

Su www.a-dif.org sono stati ospitati ad oggi oltre 270 articoli, numeroso materiale da consultazione nonché gli atti relativi a due convegni di cui siamo stati fra i promotori: Pace e Diritti nel Mediterraneo (Palermo, novembre 2015) e Il Secolo dei Rifugiati Ambientali (Milano, settembre 2016).

Un sito realizzato artigianalmente e in cui sono stati pubblicati interventi, di esponenti dell’associazione, di simpatizzanti, di uomini e donne a diverso titolo impegnati sui temi delle migrazioni, delle frontiere, dei diritti, dei conflitti in atto, delle pratiche positive o problematiche dell’accoglienza dei richiedenti asilo.

Un sito che parla certamente molto all’Italia ma che si interroga continuamente sulle interdipendenze europee e internazionali; fra i dati che andiamo rilevando di giorno in giorno e che ci fanno molto ben sperare non c’è soltanto la crescita del numero delle visualizzazioni e dei contatti unici quanto il fatto che veniamo seguiti da buona parte del pianeta pur pubblicando, per ora, quasi esclusivamente testi in lingua italiana. Uno spazio su cui hanno scritto e scrivono persone provenienti da ogni angolo del pianeta.

Ad ADIF, sia i soci fondatori che i collaboratori saltuari offrono il tempo che riescono a sottrarre ai propri impegni lavorativi, lo fanno volontariamente riprendendo un concetto antico come quello della “militanza”, fondata sulla pretesa di voler rendere un servizio utile alla collettività.

Non solo per realizzare i testi, per mantenere il sito, ma anche per incontrarsi, per partecipare ai convegni organizzati, per essere nei luoghi in cui avvengono processi a nostro avviso decisionali, inerenti ai temi di cui ci occupiamo, attingiamo alle nostre risorse individuali, ma tutto questo, in futuro, potrebbe non bastare.

Il sito infatti è lo strumento visibile e continuamente incrementato, di un impegno che ognuno di noi svolge nei propri diversi campi di attività e di impegno. Importante ma non il solo.

Per il prossimo anno intendiamo migliorare la qualità del nostro lavoro, ampliare l’ambito delle questioni in cui intervenire, promuovere momenti di formazione per coloro che ce lo richiederanno, partecipare ad eventi in cui possiamo fornire un nostro contributo. Intendiamo fornire spazio e informazione su quanto accade e spesso è poco veicolato, dalle sentenze che magari possono incidere sulla vita di chi ha deciso di vivere in Europa, alle attività delle diverse istituzioni, agli approfondimenti su quanto avviene nel mondo dimenticato di tanti paesi, alle tematiche che stanno trasformando da dentro la società italiana ed europea.

Ci aspetta un 2017 difficile in cui gran parte delle criticità inerenti tanto i sistemi di accoglienza in Europa, quanto le modalità con cui gli Stati singoli e l’UE si rapporteranno con i paesi di emigrazione forzata e di fuga peggioreranno.

Il crescere di populismi xenofobi fungerà da alibi ai governi liberisti, anche moderati, per accelerare tutti quei percorsi, a partire dal Processo di Khartoum, agli accordi siglati con regimi come quello turco, alle relazioni che si vanno stringendo, soprattutto con alcuni paesi africani a cui si daranno soldi ed armamenti, con cui si tenterà di impedire l’arrivo di fuggiaschi in Europa.

Da quei paesi però si continuerà a fuggire e nel Mediterraneo si continuerà a morire in assenza di una politica sistemica di implementazione dei soccorsi e dell’apertura di canali legali per entrare in Europa senza dover ricorrere agli smugglers.

Ai paesi dell’Europa Meridionale spetterà soprattutto il compito di fermare chi arriva, attraverso le Guardie di Frontiera Europea e di rimandare indietro chi non sarà ritenuto degno di accoglienza o protezione.

In un quadro del genere che potrebbe divenire ancora più drammatico con l’aprirsi di nuovi scenari di conflitto in Maghreb e nell’Africa Sub Sahariana, sarà necessario rendere ancora più forte l’impegno di tutte/i quantomeno per fornire una informazione più approfondita e meno distorta su quanto avviene lontano dai nostri occhi.

Per tutte le ragioni esposte abbiamo deciso di provare a chiedere un contributo economico di sostegno a chi ci segue e a chi ci considera strumento utile, a chi ci è compagno di viaggio. Abbiamo aperto un Conto Corrente su cui è possibile effettuare versamenti, organizzeremo iniziative di auto finanziamento, chiederemo soprattutto alle singole persone di divenire in piccola parte protagoniste e partecipanti del nostro progetto.

Il nostro CC è presso il MPS, Agenzia 6, in Via Ostiense 6, 00153 Roma, il numero di conto è 2371253, il codice IBAN è IT45I 01030 03206 000002371253

Piccole somme, se diventano sforzo collettivo, possono ampliare enormemente le nostre attività.

Ovviamente ci facciamo carico di rendere conto periodicamente degli introiti che ci sono pervenuti, di ringraziare chi ha voluto anche in tal modo il nostro lavoro, di rendicontare puntualmente il loro utilizzo.

Vogliamo che tanto l’associazione ADIF quanto il sito che ne è l’espressione più visibile, possano vivere sulla base di una partecipazione consapevole, collettiva e trasparente e sulle volontà di quel pezzo di società che non si rassegna al pensiero unico dominante.

Aspiriamo a essere una voce di libertà e di trasparenza. Vorremmo vivere in un paese in cui fosse lo Stato a favorire tali impegni e a incentivare la partecipazione attiva dei cittadini ma questo oggi appare speranza lontana. Il plebeismo ed i populismi montanti hanno pressoché cancellato ogni risorsa in materia. Darci una mano è un modo per sottrarsi a tale meccanismo che sembra dominante ma, ripetiamo, il nostro è uno spazio pubblico in cui sarà sempre possibile confrontarsi e apportare nuovi contenuti e per questo lo continueremo a considerare una risorsa per cui varrà la pena continuare a scrivere anche nel poco tempo libero che ci resta.

E vorremmo poi ringraziare i tanti e le tante che ci hanno inviato contributi e hanno permesso di rendere più ampio e interessante il nostro lavoro. Li elenchiamo in ordine alfabetico sperando di non dimenticare nessuno: Michela Agier, Jamal Al Mabrouk, Massimo A. Alberizzi, Anderline Amambgo, Asli Aydin, Daniele Barbieri, Giorgio Beretta, Lorella Beretta, Florian Borg, Alessandro Dal Lago, Loris De Filippi, Geoffroy De Lagasanerie, Dario Stefano Dell’Aquila, Dilar Dirik, Emilio Drudi, Agnes Gagy, Francois Gemenne, Corrado Giustiniani, Esther Koppel, Claudiléia Lemes Dias, Yousif A. Haliem Kiddo, Olivia Lopez Curzi, Edouard Louis, Silvio Maiorino, Pierre Alain Mannoni, Antonio Mazzeo, Flore Murard- Yovanovitc, Marta Pakor, Erasmo Palazzotto, Amelia Petrucci, Alice Pistolesi, Vladimiro Polchi, Nancy Porzia, Galadriel Ravelli, Annamaria Rivera, Annalisa Romani, Agata Ronsivalle, Alessandra Sciurba, Barbara Spinelli, Tommaso Tamburello, Mary Taylor, Kavitha Surana, Giusy A. Urbano, Giovanna Vaccaro, Giulia Veca, Guido Viale, Mussie Zerai, Chiara Zanini.

E insieme a loro le realtà collettive che ci hanno supportato in diverso modo: Africa ExPress, Amnesty International, Articolo 21, Borderline Sicilia, Campagna LasciateCIEntrare, Cronache di Ordinario Razzismo, GUE/NGL, IPOB, MAI, Mediterranean Hope, Melting Pot Europa, Msf, OvertheFortress, RAWA, Sportello per Immigrati Caltanissetta, UIKI, USB Scuola Nazionale

Grazie e buone feste.