Come ADIF avremmo voluto una legge migliore di quella che è ferma in Senato per garantire a chi nasce o cresce in Italia la cittadinanza piena. Avremmo voluto che il testo contemplasse anche chi è adulto e risiede stabilmente in questo paese e non avremmo voluto le limitazioni stabilite nei requisiti dei genitori di chi ne beneficerà. Ma pensiamo che se almeno 1 milione di uomini e donne, ragazzi e ragazze, potranno presto accedere ad un requisito minimo per avere maggior potere contrattuale e non essere insultati dalla propaganda xenofoba, migliorerà la vita anche per tutti noi. Per questo aderiamo all’appello e invitiamo a mobilitarsi perché una proposta, anche se limitata, diventi presto legge dello Stato
Nei pressi del Senato e delle Prefetture di alcune città
in occasione dell’Anniversario del voto alla Camera del testo di Riforma
Il gruppo “Italiani Senza Cittadinanza”, formato da giovani figli di stranieri a cui non è stata ancora riconosciuta la cittadinanza italiana e da chi è stato riconosciuto cittadino italiano dopo un percorso lungo e travagliato, ha indetto per la mattina del 13 ottobre un’iniziativa pubblica. La mobilitazione si terrà vicino al Senato della Repubblica e contemporaneamente davanti alle Prefetture di altre città italiane per dare forma e risonanza alle voci dei figli dell’immigrazione e chiedere a gran voce l’approvazione della Riforma della legge per l’acquisizione della cittadinanza italiana, un testo che rappresenta un’importante apertura verso chi nasce e/o cresce in Italia, votato proprio un anno fa alla Camera dei deputati e attualmente bloccato in Senato – Commissione Affari costituzionali.
Proprio il 13 ottobre ricorre l’anniversario di quel voto, storico atto democratico per i figli dell’immigrazione e dell’Italia, ma da quella data ad oggi non si sono fatti passi avanti significativi. I diretti interessati dalla Riforma, giovani nati e/o cresciuti in Italia ma non ancora riconosciuti cittadini a tutti gli effetti a causa di una legge che non rispecchia la realtà del Belpaese, temono che la Riforma venga dimenticata in un cassetto, che le loro vite e quelle dei loro fratelli e sorelle più piccoli, insieme un milione di “Italiani senza cittadinanza”, vengano scordate .
Per questo gli “Italiani senza cittadinanza” rivolgono un appello ai singoli cittadini e cittadine, alle organizzazioni di volontariato, al mondo della società civile italiana: “invitiamo tutti coloro che sostengono la nostra causa a partecipare con noi all’iniziativa, per ricordare alle Senatrici e ai Senatori che esistiamo, che i nostri percorsi sono profondamente condizionati, ogni giorno, dal non godere degli stessi diritti dei nostri coetanei con cui cresciamo, tra i banchi della Scuola pubblica italiana, all’Università e nei posti di lavoro. Siamo tutti Italiani con una sola particolarità: molti di noi non hanno un documento che lo possa testimoniare. Siamo figli di una patria che non ci riconosce, liquidati come “Italiani col permesso di soggiorno”. Ma non siamo stranieri né straniere.
Siamo gli “Italiani e Italiane senza cittadinanza” che chiedono una legge 91/92 più aperta verso i suoi figli invisibili”
#ItalianiSenzaCittadinanza