Fertility Day, in quello spot così assurdo tutti gli errori di una politica assente

Alessandra Ballerini*

SIGNORA Ministra, credo di rappresentare per Lei e ancor di più per i suoi esperti di comunicazione che agiscono spesso, pare, a sua insaputa, una vera e propria spina nel fianco, forse addirittura un dolore. Costituisco, in effetti, il prototipo di donna che lei rifiuta e. direi, schifa. Ho (ancora per pochi mesi) 45 anni, non ho avuto figli, più per un’imponderabile scelta di madre natura che per mia volontà, invero per nulla preclusa alla procreazione. È andata così e non credo di avere altre chance per invertire la sorte che mi ha offerto in parziale compensazione altre gioie (e differenti dolori). Di più signora Ministra, non so come dirglielo per non darle eccessive delusioni: ha presente l’ultimo manifesto diviso in due parti partorito (mi scusi il termine) dai suoi geni della comunicazione? Quello con la parte superiore in tinta pastello e quella inferiore color vomito di gatto, dove sono ritratti, sopra, inappuntabili figure ariane, che ostentano sorrisi inquietanti e dentatura sospetta, e, sotto, in posizione già di esplicita inferiorità, un gruppo di ben più allegri giovani rasta, un po’ fumati e taluni pure di dubbia provenienza geografica? Ecco, io frequento gli infrequentabili, quelli che Lei definisce cattive compagnie. I miei amici e alcuni miei parenti sono “colorati”, le amiche e i miei compagni di vita dedicano più tempo alla lettura, all’attivismo politico e alla solidarietà che al parrucchiere e molti sono irriducibili tabagisti. Con ariani dal sorriso ebete in sfondo pastello non credo riuscirei a trascorrere neppure una serata se non invocando la morte o facendo uso di sostanze psicotrope (vietatissime, dicevo così per dire…) Devo svelarle, signora Ministra, ancora un’altra confidenza: non solo sono una donna senza figli, ma, a riprova della mia impunità e perversione, godo della fortuna di essere tutrice di alcuni pargoli un po’ scapigliati e rigorosamente extracomunitari, minori stranieri approdati soli in Italia che quando mi abbracciano a volte mi chiamano immeritatamente “mamma”. Non fumano ma certamente hanno delle carie ai denti ed alcuni anzi ne sono privi a causa delle violenze subite in Libia e sono, indubitabilmente, non italiani. Pessime compagnie, direbbe lei. Mi viene quindi il dubbio, seguendo la sua logica(?) un po’ bacchettona, che forse non ho avuto figli perché frequento capelloni dal sorriso sincero e imperfetto e non autoctoni biondi dentiera-dotati. Che sia una punizione divina? Che la natura ci abbia visto lungo ed abbia capito che non ero degna di generare prole? Mentre mi pongo questi quesiti esistenziali altri me ne sorgono. E se un Ministro alla salute, anziché dedicare soldi ed energie pubbliche alimentando luoghi comuni e fomentando razzismo strisciante, si impegnasse nel suo mandato specifico, la salute dei cittadini, non ne avremmo forse tutti un giovamento? Certamente l’istituzione del fertility day e la conseguente grottesca campagna pubblicitaria hanno suscitato nei più ironici moti di seppur amara ilarità che hanno giovato per qualche minuto all’umore della giornata, ma mi sento di escludere che abbiano in altro modo contribuito al benessere dei destinatari. Mentre lei si agitava tra bucce di banana, clessidre, dentiere e narghilè, molte donne e uomini attendevano di poter accedere ad esami medici necessari, alcuni lavoratori perdevano la vita o restavano mutilati, schiacciati da macchine, camion e pessima politica, decine di uomini, donne e bambini morivano ancora una volta in mare tentando di raggiungere le nostre coste, centinaia di vittime del terremoto pregavano nelle loro tende confidando di più nella clemenza di terra e cielo che nella protezione dei nostri governanti, schiere di bimbi e ragazzini “speciali” attendevano introvabili insegnanti di sostegno mentre i nostri disabili lottavano contro barriere architettoniche e burocrazia e donne scampate miracolosamente a uomini aggressivi e criminali cercavano affannosamente tutela e cura per sé e peri figli vittime di violenza assistita. Se la vita di chi deve essere ancora concepito le sta tanto a cuore, perché non concentrarsi un po’ su quella già in essere? Così, per fare qualcosa di utile. Mi scusi sa se sono così diretta ed indisponente, ma sa, frequento cattive compagnie.

Ps questa missiva evidentemente non l’ho scritta io ma i miei responsabili della comunicazione a mia insaputa (non so neppure di averli!)

*Da la Repubblica.it 25.09. 2016