Una nostra ormai assidua collaboratrice che vive stabilmente nel Regno Unito ci ha inviato un articolo sugli effetti che potrebbe avere l’uscita della Gran Bretagna dall’UE dopo il referendum, per coloro che lì si stanno costruendo un progetto di vita.
di Anderline Amamgbo
Più di 2 milioni di cittadini dell’UE compresi gli Italiani che vivono in Gran Bretagna temono per il loro futuro dopo che il Regno Unito ha votato per la cosiddetta Brexit Così ormai viene definito il percorso che potrebbe portare all’uscita dall’UE. L’immigrazione è stata al centro della campagna dei fautori della “Brexit” del Regno Unito. Theresa May, nuovo primo Primo ministro della Gran Bretagna, dopo le dimissioni di David Cameron, determinate dall’esito del voto, ha concordato con il suo gabinetto che limitare l’immigrazione sarà una “Red-line” in tutte le negoziazioni con l’UE, in una mossa che gli esperti sostengono concluderà l’adesione della Gran Bretagna nel mercato unico. Il primo ministro e il suo team hanno inoltre confermato che il parlamento non voterà in materia prima che il governo non faccia partire la procedura dell’l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che darà inizio al conto alla rovescia di due anni per l’uscita britannica. Una volta usciti dall’UE, il Regno Unito avrà il controllo totale rispetto al numero di persone che entreranno in Gran Bretagna dall’Europa e dai paesi non-Europei. Il Primo Ministro britannico ha inoltre affermato che non ci sarà un secondo referendum, ribadendo lo slogan della prima parte della sua premiership: “Brexit significa Brexit”.
La Gran Bretagna rimane un membro dell’UE nel corso di questo processo, fino a quando non saranno concluse le trattative sulle modalità di applicazione dell’articolo 50. Theresa May però si aspetta, una volta lasciata l’Unione europea, che lo status giuridico dei cittadini dell’UE che vivono nel Regno Unito, e quello dei cittadini del Regno Unito negli Stati membri dell’UE, siano adeguatamente protetti.
Dopo l’applicazione dell’articolo 50 cosa succederà ai cittadini dell’UE soprattutto agli Italiani residenti nel Regno Unito da 5 anni?
I cittadini dell’UE e Italiani che hanno vissuto continuamente e legalmente nel Regno Unito per almeno 5 anni hanno automaticamente ad un diritto permanente di soggiorno. Ciò significa che essi hanno il diritto di vivere nel Regno Unito in modo permanente, in conformità con il diritto comunitario. Non vi è alcun obbligo di registrarsi per una documentazione per confermare questo status. Mentre i cittadini dell’UE che hanno vissuto continuamente e legalmente nel Regno Unito per almeno 6 anni hanno diritto a richiedere la cittadinanza britannica se desiderano farlo. Una situazione diversa vale per i paesi entrati recentemente nell’UE. Ad esempio i cittadini croati potrebbero continuare ad avere bisogno di richiedere un certificato di registrazione per essere autorizzati a lavorare nel Regno Unito sotto il regime transitorio messo in atto quando la Croazia ha aderito all’UE nel 2013. Il tipo di carta di circolazione di cui potrebbero avere bisogno dipenderà dalla richiesta di un permesso di lavorare nel Regno Unito dopo l’applicazione dell’articolo 50.
Prima e Dopo l’attivazione dell’articolo 50 il governo britannico potrà espellere i cittadini UE/Italiani dal Regno Unito?
Il Regno Unito rimane ancora una parte della UE fino a quando l’articolo 50 verrà attivato (entro 2 anni) e le trattative con altri Stati membri concluse. I diritti di residenza rimarranno gli stessi fino ad allora. Quando l’articolo 50 sarà attivato, inizierà il processo vero e proprio di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Inoltre però è giusto precisare che i cittadini dell’UE/Italiani possono essere espulsi dal Regno Unito solo se sono considerati e rappresentano una minaccia reale, attuale e sufficientemente grave per l’ordine pubblico e la sicurezza oppure se non sono residenti legalmente o abusano dei loro diritti alla libera circolazione. L’uscita dall’UE potrebbe significare la fine della libera circolazione degli Italiani che sono nel Regno Unito da meno di 5 anni, e l’introduzione di requisiti di ammissione per i cittadini UE che vogliono vivere e lavorare nel Regno Unito. Questi potrebbero assumere diverse forme, ma lo scenario più evidente è che i cittadini dell’UE dovranno essere sottoposti alle stesse regole imposti ai cittadini extracomunitari.
Che cosa accadrebbe se i cittadini dell’Unione europea e dei cittadini extracomunitari venissero sottoposti alle stesse regole in materia di immigrazione?
In questo scenario, i cittadini UE che vorranno seguire un percorso di insediamento permanente nel Regno Unito avranno bisogno di qualificarsi per lavoro o ricongiungimento familiare. La migrazione temporanea come studente fornirebbe un percorso iniziale nel Regno Unito, ma i titolari di visto per studenti hanno bisogno di qualificarsi per un visto per motivi di lavoro o per motivi di famiglia al fine di rimanere dopo i loro studi. Queste regole saranno molto più difficile per i cittadini dell’UE che vogliono vivere e lavorare nel Regno Unito legalmente. In base alle norme vigenti in materia di immigrazione, i lavoratori cittadini extracomunitari devono in genere essere sponsorizzati da un datore di lavoro per un lavoro qualificato con uno stipendio annuale tra £ 24.000 e £ 46.000.
Quante probabilità ci sono di un eventuale espulsione dei cittadini Italiani/UE?
I cittadini dell’Unione europea che hanno fatto del Regno Unito la loro casa possono relativamente rilassarsi. Per il momento non si parla di alcun tipo di programma di rimpatrio.
Quale sarà l’impatto sulle persone in cerca di asilo nel Regno Unito?
Il sistema di asilo politico nel Regno Unito è strettamente controllato e complesso. È molto difficile ottenere asilo in questo paese. Il processo decisionale è estremamente duro e le pratiche di molte persone vengono respinte. Le donne che si rivolgono ai tribunali per chiedere aiuto quando le loro richieste di asilo vengono rifiutate hanno maggiori probabilità di avere i loro diritti di protezione riconosciuti dai tribunali. Dal 2005 alla maggior parte delle persone riconosciute come rifugiati vengono rilasciati solo il permesso di soggiorno nel Regno Unito valido per cinque anni.
Quale sarà il probabile destino dei richiedenti asilo dopo il voto pro-Brexit?
Durante il dibattito attorno al tema Brexit, poco spazio è stato lasciato per il probabile effetto che avrà su coloro che chiedono asilo una volta che il Regno Unito lascerà la UE. Le leggi vigenti per richiesta d’asilo politico provengono dal diritto interno del Regno Unito e dal diritto internazionale. Le protezioni fornite dai trattati delle Nazioni Unite e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (EHCR) non cambieranno a causa di Brexit in sé. Ma il Brexit significherà anche non avere più accesso alla Corte di giustizia europea (CGE /CEDU). Questa Corte ha il potere di pronunciarsi su alcune questioni in materia di asilo, e di recente ha stabilito che i richiedenti asilo dovrebbero essere in grado di contestare la loro espulsione legata al regolamento di Dublino, anche se il paese in cui dovrebbero essere rimpatriati dimostra di avere adeguate strutture di accoglienza. Nel diritto interno, i governi inglesi degli ultimi 6 anni in maniera particolare (ma anche dei governi che li hanno preceduti) hanno sempre reso il processo di richiesta di asilo nel Regno Unito sempre più dura. La recentissima legge sull’immigrazione priverà alle famiglie con bambini di qualsiasi diritto ad un alloggio o reddito se la loro domanda viene rigettato. L’alloggio per i richiedenti asilo nel Regno Unito è sotto gli standard europei, non vi è alcun diritto al lavoro, e il Regno Unito ha un tasso di accettazione di richieste di asilo molto basso. L’atteggiamento del Ministero dell’Interno, nei confronti dei richiedenti asilo è sempre stato molto ostile. Il Brexit è stato interpretato come un voto anti-immigrazione da parte degli inglesi stessi, e quindi possiamo aspettarci una nuova legge sull’immigrazione ancora più dura, quando arriverà inevitabilmente, fra un anno o due la attivazione dell’articolo 50. Molte leggi che interessano tutti i settori della vita dovranno essere riscritti in seguito alla Brexit – probabilmente tra cui molti anche in materia di asilo politico.