Appello alla chiusura dei Centri di Detenzione e degli HOTSPOT in Europa

ADIF aderisce e chiede adesioni  all’appello  lanciato da un insieme  di  organizzazioni e associazioni che si occupano dei diritti di migranti  e rifugiati, che sono composte in gran parte da  migranti  e rifugiati presenti  in Europa. Aderiamo perché questa mobilitazione rappresenta un enorme  salto  in avanti rispetto alla portata delle azioni repressive messe  in essere dagli Stati e dall’UE. Azioni repressive, normative, realizzazione di forme di verse di detenzione arbitraria e amministrativa di persone non considerate degne di vivere nell’Europa opulenta come  uomini e donne liberi.  La versione  del testo che pubblichiamo, peraltro  in  ritardo, è aggiornata al 22 giugno, altre organizzazioni si vanno  mano mano aggiuggendo per dimostrare che al di là e spesso contro  le autorità costituite esistono aggregazioni di società determinata a non subire più, a non accettare i soprusi. Diamoci  tutte/i da fare perché spazi di questo tipo irrompano  nella vita politica e nella quotidanità delle relazioni umane. Coloro che hanno lanciato questo testo (CISPM, Coalizione Internazionale Sans  Papiers e Migranti), lo hanno elaborato in più lingue e lo stanno facendo seguire da una una petizione, hanno prodotto anni fa anche  un sito in cui è possibile trovare gran parte delle iniziative finora prodotte. in Francia è stata portato  avanti dalla Coordination Sans Papiers 75  che  esiste da 20 anni e il cui portavoce è Sissoko Anzoumane. Ci auguriamo di poter contribuire  a vederlo crescere perché maturi, malgrado il silenzio complice di tanti, una  comune e condivisa coscienza e pratica di lotta

 

I Centri di Detenzione sono 393 in Europa e hanno la funzione di rinchiudere degli stranieri in situazione amministrativa irregolare, prima di espellerli dal territorio. Gli HOTSPOT, dove centinaia di persone sono rinchiuse alle frontiere dell’Italia e della Grecia, servono a identificare, registrare e a prendere le impronte digitali dei migranti che arrivano in Europa1 , per poi smistarli tra quelli che saranno accettati sul territorio europeo – coloro ai quali si accorderà il diritto di asilo – e gli indesiderati – coloro i quali saranno espulsi nel loro o in altri paesi. I Centri di Detenzione e gli HOTSPOT sono dei luoghi di imprigionamento d’innocenti. Molteplici inchieste e testimonianze hanno rivelato come, in questi spazi gestiti dalla polizia, le persone diventano l’oggetto di violenze fisiche, mediche e psicologiche. Rifiutiamo questa misura preventiva, fondata sulla rappresentazione dello straniero come un pericolo politico, sanitario e sociale. Rifiutiamo l’attuale pratica xenofoba, di smistamento e di espulsione degli stranieri senza titolo di soggiorno, contro la loro volontà e con la forza. Chiediamo agli Stati Europei di chiudere questi luoghi, che servono a stabilire delle differenze tra esseri umani, tra quelli dotati di diritti e quelli considerati unicamente come «corpi indesiderabili», in violazione degli articoli 1, 2, 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Chiediamo agli Stati europei delle politiche di accoglienza, che rispondono all’urgenza della situazione umanitaria alle frontiere e sul territorio dell’Unione Europea. Chiediamo agli Stati Europei di rispettare la libertà di circolazione e d’installazione iscritta nell’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e di mettere fine al più presto alla pratica dell’imprigionamento degli innocenti.

1 Le impronte digitali sono registrate e centralizzate in un archivio europeo chiamato «Eurodac». Questa registrazione permette di determinare il paese responsabile della domanda d’asilo. Secondo il regolamento di «Dublino II», infatti, indipendentemente dalla volontà della persona, la domanda di asilo deve essere esaminata da un solo paese europeo, quello in cui il nuovo arrivato ha lasciato le impronte digitali per la prima volta.

Primi firmatari

África con voz propia (España), Antirazzista Catanese (Italia), Askavusa Lampedusa (Italia), ATMF (Association des Travailleurs Maghrébins de France), BAAM (Bureau d’accueil et d’accompagnement des migrants – France), Cercle des voisins du CRA de Cornebarrieu (France), Collectif de soutien 5ème/13ème aux migrants d’Austerlitz (France), Collectif La Chapelle debout (France), CISPM (Coalition internationale des Sans Papiers et Migrants), CISPM/Berlin (Deutschland), CISPM Mannheim (Deutschland), CISPM New Haven (USA), CSP93 (Coordination 93 de lutte pour les Sans Papiers – France), CSP75 (Coordination 75 des Sans Papiers – France), FASTI (Fédération des Associations de Solidarité avec Tou-te-s les Immigré-e-s – France), Fondation Frantz Fanon (France), FUIQP (Front uni des immigrations et des quartiers populaires – France), Intégration 21 (France), Kâlî (France), Lutheuses de Rrue (France), MAFED (Marche des Femmes pour la Dignité – France), Movimento Migranti e Rifugiati (Italia), NPA (Nouveau parti anticapitaliste – France), No Stress Tour (Deutschland), Réseau Syndical International de Solidarité et de Luttes/International Labour Network of Solidarity and Struggles/Red Internacional de Solidariedad y de Luchas/Rede Internacional Sindical de Solidariedade e Lutas, Senza Confine (Italia), Tanquem els CIEs (España), Toutes ensembles contre leurs états de guerre (France), UNSP (Union nationale des sans papiers et des migrants – France), Union syndicale Solidaires (France), USB (Unione Sindacale di Base – Italia), Voix des migrants (Deutschland)… 10 giugno 2016. Collocamento aggiornato 22 giugno 2016 – Appello internazionale P