Lettera al Presidente Sergio Mattarella da una sua concittadina

Riceviamo e, scusandoci del ritardo, pubblichiamo questa breve lettera aperta al Presidente della Repubblica, considerando come nostra l’indignazione dell’autrice.

Palermo, 18 marzo 2016

Egregio Presidente Mattarella,
Sono sotto gli occhi di tutti le terribili immagini dei due uomini che poche ore fa, nel centro della Capitale, hanno oltraggiato una donna che chiedeva l’elemosina, urinandole addosso senza vergogna né pietà. Immagini brutali che non possono essere ignorate.
Mi appello al Suo ruolo di Garante della Costituzione affinché intervenga per condannare un gesto così ignobile.
Un essere umano è stato umilato, deriso, equiparato a un mucchio di stracci. Lei può restituirgli la dignità che gli è stata sottratta pubblicamente e far sì che i responsabili di questa infamia siano identificati e puniti.
Lo dica, Presidente, lo dica forte e chiaro che l’odio razziale, il disprezzo, la violenza non possono essere tollerati.
Se sceglierà di tacere, quell’urina finirà sulla nostra Costituzione, sulle nostre Istituzioni democratiche, sulle nostre teste, sulla nostra umanità.
In gioco c’è il destino di questo Paese; un Paese cui non voglio vergognarmi di appartenere.

Con immensa fiducia,
Giulia Veca, sua concittadina