Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo
IRA Mauritania Sezione Italia
C’è un paese cinque volte più grande dell’Italia a sole quattro ore di aereo da noi: la Repubblica Islamica di Mauritania dove da sempre è taciuta la più triste delle realtà possibili, la schiavitù per nascita che si trasmette per linea matriarcale. In questo paese sub-sahariano che confina a Nord con il Marocco e a sud col Senegal, da una decina di anni, finalmente, c’è chi ha deciso di lottare in maniera pacifica affinché la verità possa emergere liberando la maggioranza della popolazione nera che è vittima di schiavitù. Una sorta di apartheid negato e mai completamente emerso si consuma al suo interno: c’è una minoranza arabo- berbera di colore chiaro, i cosiddetti Mori, circa il 18% della popolazione che detiene ogni potere e che continua a vivere custodendo ogni privilegio rispetto alla maggioranza nera tenuta volutamente disunita il cui gruppo numericamente più ampio è costituito dall’etnia degli Hartani-Haratine.
Far emergere il fenomeno della schiavitù in Mauritania non è compito facile: c’è una omertà incredibile da parte dell’Occidente, della maggioranza della Comunità Internazionale che ha evidenti interessi economici in Mauritania e che quindi, pur sapendo ormai cosa accade, rinuncia a fare pressione sul Governo del Generale al potere il militare Colonnello Mohamed Abdel Aziz.
Il merito di aver rotto in maniera dirompente il silenzio sensibilizzando ed informando il mondo “libero” va essenzialmente ad un uomo che mentre scriviamo è in prigione nella capitale Nouakchott dove sta scontando una pena di due anni perché attivista e potenziale avversario politico dell’attuale presidente Aziz. Quest’uomo si chiama Biram dah Abeid, lui stesso figlio di una schiava ma per pura fortuna è nato libero. Biram ha deciso di dedicare la sua vita, sacrificandola insieme a quella di sua moglie e dei suoi figli, per la causa dell’abolizione reale della schiavitù per discendenza nel suo paese. Nel 2008 quest’uomo ha creato un Movimento di idee libertarie chiamato IRA Mauritanie, l’acronimo in francese significa Iniziativa per la Rinascita Abolizionista, ossia un movimento di nuove idee in quel paese fatto di persone, la maggioranza di giovani, che con metodi non violenti e pacifici, mirassero alla liberazione delle tante vittime di schiavitù ed al loro rinserimento nella società civile. Sin dall’inizio l’IRA Mauritania ha avuto come obiettivo primario quello di cambiare le mentalità, di illuminare le menti di coloro che volutamente e da sempre sono tenuti al buio dai poteri forti (governativi, religiosi, militari) senza avere la minima consapevolezza essi stessi di cosa significhi vivere in libertà, di godere di diritti oltre che di doveri. Persone non considerate mai tali, al servizio di un padrone che gode di ogni diritto su di loro: che può scegliere di venderle, regalarle, prestarle, violentarle o ucciderle anche se più spesso in Mauritania capita che gli schiavi siano sfruttati al massimo come fossero bestie da soma. Gli schiavi: bambini, donne ma spesso anche uomini anziani, sono coloro che non saranno mai registrati alla anagrafe, coloro che si sveglieranno per tutta la loro vita per primi ed andranno a dormire per ultimi dopo estenuanti giornate, tutte sempre uguali, a servizio della famiglia del padrone che a stento li vestirà di stracci e gli lascerà mangiare gli avanzi della propria cena. Troppe volte la maggiore difficoltà riscontrata dagli attivisti dell’IRA Mauritania nelle loro missioni di liberazione delle vittime di schiavitù è quella di farli ragionare sul significato di diventare essere umani liberi; la loro paura è di non riuscire a sopravvivere altrimenti perché abituati alla sudditanza dei loro padroni…
Oggi l’IRA Mauritania è diventato un Movimento Internazionale volontario fatto di attiviste-i di ogni paese e colore. Qui il successo del nostro lavoro di pace in favore della giustizia e delle libertà. In pochi anni sono state aperte Sezioni in tutto il mondo in cui, volontariamente, militano uomini e donne di buona volontà che indignate dall’esistenza della schiavitù ancora negli anni 2000 hanno deciso di tramutare la loro indignazione in azione fattiva seguendo i numerosi militanti sul campo cercando di dare voce alle loro azioni pacifiche condannate come sovversive dal potere locale. Ogni giorno dal 2008 in ogni angolo della Mauritania vengono organizzati in maniera spontanea sit in, manifestazioni pacifiche, serate di sensibilizzazione in cui le varie etnie nere sfoggiano fiere le proprie tradizioni purtroppo negate dalla minoranza al potere ora in Mauritania. Una costante di queste azioni è che mai gli attivisti rispondono alle frequenti provocazioni della polizia locale, agli arresti arbitrari, alle botte, ai lacrimogeni o ai manganelli; IRA Mauritania impone la propria linea come forza di interposizione pacifica alla violenza delle varie forze dell’ordine che su comando del potere governativo ha l’ordine di fermare gli attivisti “disturbatori” dell’ordine costituito.
Fortunatamente gli arresti arbitrari dei volontari e le torture di questi ultimi dieci anni sono valsi a qualcosa: oggi la Mauritania è conosciuta al mondo intero come il primo paese ad avere il più alto numero di schiavi, si è finalmente usciti dal buio e molti ormai sono gli articoli e i materiali video disponibili in diverse lingue per poter approfondire la tematica oggetto della nostra lotta per la libertà degli oppressi in Mauritania.
Il nostro lavoro diventa sempre più conosciuto e notevoli sono i risultati ottenuti seppur al caro prezzo della lotta dei suoi militanti, dei Presidenti dell’IRA ora ancora ingiustamente in catene nel carcere centrale della capitale Nouakchott perché organizzatori di una “Carovana di denuncia della schiavitù fondiaria” a danno delle popolazioni nere nel novembre 2014 a sud del paese e perché fondatori di un’Associazione non riconosciuta.
In Italia è attivo l’ufficio IRA Mauritania Sezione Italia con una pagina facebook accuratamente aggiornata dai suoi attivisti utile per contatti ed approfondimenti sul nostro lavoro che invitiamo a visitare. In rete ci sono poi diversi filmati sul canale Youtube in lingua francese ed inglese, nonché una esaustiva video- intervista all’attivista fondatore in Mauritania del Comitato Pace dell’IRA Mauritanie e oggi Presidente di IRA Italia Yacoub Diarra con sottotitoli in italiano.
Il cammino per la verità e la giustizia nel paese della schiavitù è lungo e in salita ma siamo certi che insieme alle tante persone della società civile del mondo i risultati arriveranno e che aver intrapreso questa battaglia comune di umanità ci porterà alla vittoria: l’abolizione totale e definitiva del fenomeno più meschino che la storia abbia mai conosciuto: la schiavitù.
La lotta pacifica continua….Viva la libertà!